Internet candidato al Nobel per la Pace 2010

 

Proprio così: Internet è uno dei candidati ufficiali per l’assegnazione del Premio Nobel per la Pace 2010.  Il progetto, inizialmente lanciato lo scorso novembre dal mensile di tecnologia Wired Italia, è stato infatti approvato dalla commissione norvegese designata alla supervisione delle proposte. Tra i primi sostenitori della candidatura della Rete, il professor Umberto Veronesi, il Nobel per la Pace nel 2003 Shirin Ebadi e lo stilista Giorgio Armani. Nel giro di poco tempo, però, l’iniziativa ha riscosso consenso anche nel mondo politico, italiano e non. Il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, con altri 160 parlamentari, e il Gruppo Interparlamentare 2.0 hanno immediatamente mostrato il loro sostegno, così come Voices of Africa Media Foundation (una delle più importanti organizzazioni che operano in Africa nell’ambito dei media), il magazine brasiliano di scienza e tecnologia Galileu e l’associazione Codice Internet.

Ovviamente, la proposta ha suscitato e continua a suscitare perplessità, soprattutto perché, ad essere candidato, non è una persona né un’organizzazione, ma un mezzo di comunicazione di massa. Ed è la prima volta in assoluto che si verifica una situazione simile: né per la radio, né per la televisione, che hanno avuto in passato un impatto forse addirittura superiore a Internet sulle popolazioni di tutto il mondo, si è mai parlato di premio Nobel. 

Ma promotori e sostenitori dell’iniziativa sottolineano come la nascita e lo sviluppo della Rete abbiano rappresentato una rivoluzione di livello globale; come Internet, nonostante tutti i suoi difetti, possa essere attualmente considerato l’unico vero strumento di libertà in grado di generare dialogo oltre ogni forma di censura e regime, di permettere alle persone di informarsi, comunicare e conoscere aspetti del mondo che spesso non trovano spazio negli altri grandi media. 

Ecco la motivazione di Umberto Veronesi: “Se il Web vincesse il Nobel, dimostreremmo agli osservatori futuri due cose: che avevamo capito la portata della rivoluzione globale rappresentata dalla Rete; che eravamo determinati a volgerla al miglior utilizzo nell’interesse dell’umanità intera. Da molti anni sono convinto che esiste una Lingua Universale capace di riuscire dove hanno fallito altri linguaggi e altre logiche nell’assicurare benessere e prosperità ai popoli e ai singoli…In molti Paesi, però, la lingua della scienza è poco conosciuta, e dunque, poco utilizzata. Eppure è insostituibile per descrivere il mondo, la natura, il nostro modo di essere. E per poter intervenire se qualche equilibrio si rompe: si tratti del cambiamento del clima, della fame o della malattia. Mancava un veicolo comune e a disposizione di tutti per veicolare questa Lingua Universale. Ora c’è e si chiama Internet”.